Criteri di valutazione di edifici o di locali da destinare a luogo di lavoro in ambiente produttivo e nel terziario.

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La Giunta provinciale di Trento ha approvato, con una delibera che porta la firma dell’assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi, un documento contenente i Criteri di valutazione di edifici o di locali da destinare a luogo di lavoro in ambiente produttivo e nel terziario.

Il documento, destinato a committenti e progettisti, è un utile compendio interpretativo delle norme contenute nel titolo II e nell’allegato IV del decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81 recante ”Norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro”, che disciplina appunto i requisiti di salute e di sicurezza dei lavoratori che devono avere i luoghi destinati ad ospitare posti di lavoro. A tali linee guida, alle quali faranno riferimento gli stessi valutatori dell’Azienda sanitaria, si uniformeranno ora anche tutti i Comuni. Sarà dunque superata in tal modo la disomogeneità interpretativa che ha caratterizato fino ad ora la materia.

 

Descrizione e scopo del documento
Fermo restando che nella materia il riferimento è rappresentato dall’allegato IV del D.lgs 81/08 in relazione al titolo II “Luoghi di lavoro”, con il documento che segue si è inteso mettere a disposizione dei committenti e dei progettisti una raccolta di elementi di riferimento non espressi in dettaglio nel D.Lgs 81/08, in alcuni casi anche ad interpretazione di alcuni obiettivi fissati nello stesso. Il documento, quindi, va considerato in parallelo al Titolo IV del D.lgs 81/08, del quale nulla modifica.

Al fine di omogeneizzare i comportamenti valutativi, il documento riprende elementi già adottati nella pratica di espressione di pareri, di autorizzazioni o di deroga da parte dei servizi competenti dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro e Settori di Igiene Pubblica distrettuali), in sintonia anche con quelli presenti in diversi analoghi elaborati di altre Regioni o ASL e fa riferimento a Normative tecniche ove esistenti o a prassi consolidate.

 

Nella conferenza stampa di presentazione l’assessore Rossi  ha spiegato: “Considerata la complessità della disciplina in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché l’esigenza di omogeneizzare i comportamenti valutativi degli stessi luoghi di lavoro abbiamo ritenuto necessario mettere a disposizione di committenti e progettisti una raccolta di elementi, non espressi nel decreto 81/2008, o direttamente interpretativi della stessa, utili ad indirizzare i professionisti verso una corretta applicazione delle norme e che costituiscono un punto di riferimento sufficientemente preciso per quanto attiene ai requisiti minimi connessi all’obiettivo di tutela e sicurezza nel contesto lavorativo. Il provvedimento nulla innova rispetto al decreto legislativo, che rimane norma di riferimento, ma riprende elementi già adottati nella pratica espressione di pareri, di autorizzazioni o di deroga da parte dei servizi competenti dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari , in sintonia anche con quelli presenti in analoghi elaborati di altre Regioni e fa riferimento a normative tecniche o prassi consolidate”.
Il documento –  elaborato da un apposito gruppo di lavoro costituito presso il Dipartimento Prevenzione dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari e condiviso dalle associazioni di categoria, ordini professionali, collegi ed amministrazioni locali – è articolato in 6 capitoli relativi a: strutture edilizie, servizi, sicurezza e comfort, requisiti specifici per locali destinati ad uffici, requisiti specifici per locali destinati al commercio, locali interrati e seminterrati. In aggiunta si riporta il testo dell’allegato IV del D.Lgs 81/08.

Alcuni esempi aiutano a comprendere meglio la portata del documento.
Una legge nazionale degli anni Cinquanta prevede che nei locali interrati e seminterrati non si possano esercitare attività lavorative. Il decreto 81/2008 prevede la possibilità di adibire tali locali a luoghi di lavoro solo tramite una richiesta obbligatoria di autorizzazione in deroga, cosa però non necessaria quando l’utilizzo di detti locali è richiesto da particolari “esigenze tecniche”. Quali? Lo spiega, definendo con puntualità cosa si intende per piano interrato, seminterrato, assimilabile ad un piano fuori terra, assimilabile a locale fuori terra, il documento delle linee guida, facendo riferimento alla lavorazione di particolari formaggi, alla coltivazione di funghi e all’affinamento/invecchiamento dei vini.
Per quanto riguarda le cantine vinicole, per altro, il documento non detta alcunché, rimandando alle già chiare disposizioni dettate dalla Giunta provinciale nel novembre 2010 (delibera n.2568 del 12 novembre 2010).

Altra questione affrontata dal gruppo di lavoro che ha redatto il documento: non c’era fino ad ora la distinzione tra destinazione dei locali ad uso industriale o commerciale, con il risultato che spesso si richiedevano per i locali commerciali gli stessi requisiti di quelli industriali. Le Linee guida trentine distinguono invece tra i locali ad uso produttivo, locali di lavoro non presidiati (depositi, magazzini), locali ad uso commerciale e locali destinati ad ufficio, indicando per ogni tipologia i parametri numerici richiesti (superando dunque l’indeterminatezza interpretativa conseguente alla non chiara definizione, contenuta nel decreto 81/2008, dei concetti di “sufficiente”, “adeguato” ecc.) per l’illuminazione diretta e artificiale, l’aerazione, il riscaldamento, ecc. Ulteriore distinzione viene fatta tra locali commerciali nuovi e già esistenti.

Da questi esempi si comprende dunque come il problema del decreto 81 fosse la vaghezza di concetti giuridici che rendeva complicato il lavoro dei professionisti ma anche quello dei valutatori. Ora, con le nuove Linee guida l’obiettivo della standardizzazione dei percorsi e di disporre di un quadro tecnico unico e valido per tutti è stato raggiunto. Un notevole passo avanti, dopo un’impasse che durava da dieci anni.

[fonte: Provincia Autonoma di Trento]

 

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