IL GIORNALE DEI COORDINATORI AiFOS
A cura di Stefano Farina
Anno V, numero 02 – febbraio 2022
EDITORIALE
“Sono sicuro che ci ha pensato qualcun altro!”
Le responsabilità di cantiere tra consapevolezza ed incoscienza.
di STEFANO FARINA
Riguardo ai contenuti delle modifiche introdotte al D.Lgs. 81/2008 ed in particolare a quelle legate alla figura del preposto, in queste ultime settimane si fa un gran parlare, discutere, approfondire, polemizzare, esaminare, analizzare, vagliare e quant’altro.
Sempre più si vedono pareri discordanti che (purtroppo) si basano su punti e virgole e non sulla sostanza delle cose, ovvero “la prevenzione dei rischi all’interno dei luoghi di lavoro” (e su questo tema riportiamo in questo numero le riflessioni di Carmelo Catanoso pubblicate da PUNTOSICURO.it).
Partendo dal presupposto che il preposto esiste “da sempre” e per “da sempre” intendo non l’81, non la 626, ma da molto, molto prima (ed a tal proposito vi invito a leggere la rubrica “C’era una volta” che fa il suo esordio con questo numero del Giornale dei Coordinatori), diventa veramente penoso rendersi conto che in molte realtà ove questa figura è necessaria, in realtà anche se identificata dal datore di lavoro essa è molto vicino ad essere un fantasma.
Analizzando quanto sta succedendo (ormai da troppo tempo), a mio avviso siamo di fronte ad un problema che molte volte si riscontra all’interno di molti luoghi di lavoro ed in particolare all’interno dei cantieri, ovvero la certezza che alla sicurezza sicuramente qualcun altro ci ha pensato.
Provo a esporre sinteticamente il mio pensiero.
Nell’ambito dei cantieri, la normativa vigente identifica vari soggetti che dovrebbero collaborare tra loro ai fini della tutela della salute e sicurezza sia dei lavoratori, che degli altri soggetti che potrebbero venire coinvolti dalle attività del cantiere stesso. Ecco allora che ritroviamo i Committenti, i Responsabili dei Lavori (ed i Responsabili Unici del Procedimento), i Coordinatori per la sicurezza (in fase progettuale ed in fase esecutiva), i Datori di Lavoro delle imprese affidatarie e quelli delle imprese esecutrici, i dirigenti, i preposti ed infine i lavoratori. Ognuno di loro ha degli obblighi e delle responsabilità ed ognuno di loro dovrebbe attuare gli adempimenti di propria competenza, compiendo azioni e instaurando processi diretti ad una maggiore sicurezza, però…
Però tante volte assistiamo a quello che potremmo volgarmente definire “lo scaricabarile”, o forse per meglio dire “l’auto convincimento” che se agli aspetti della sicurezza non ci penso io (che pure ricopro uno dei ruoli di cui sopra), comunque qualcun altro ci ha pensato o ci penserà.
Un esempio su tutti (come sempre non si vuole generalizzare, ma solo proporre una riflessione):
Se in cantiere si deve piazzare una gru a torre, chiaramente il Committente/Responsabile Lavori sono certi che, avendo nominato un Coordinatore, quest’ultimo effettuerà tutte le valutazioni necessarie affinché vengano rilevati i potenziali problemi legati all’organizzazione del cantiere connessi al piazzamento della gru.
Il coordinatore fatte le sue “generali valutazioni”, rimanderà all’impresa affidataria tutti gli aspetti connessi al piazzamento ed all’installazione e magari anche ad approfondimenti che potrebbero invece competere al Coordinatore stesso.
L’impresa affidataria, demanderà tali compiti al noleggiatore (magari composto da una ditta che noleggia la gru, una seconda ditta che effettua il montaggio, una terza con il nolo a caldo dell’autogru).
Il noleggiatore sarà certamente convinto che le valutazioni relative al piazzamento siano state fatte a monte e comunque è cosciente che la ditta che esegue il montaggio, con i suoi lavoratori ed il suo preposto, sarà in grado di valutare e giudicare se il sito di montaggio è idoneo.
La ditta che esegue il montaggio darà per scontato che qualcuno abbia già fatto tutte le verifiche necessarie.
E poi arriva il giorno del montaggio e le sorprese vengono “gestite”, d’altronde il montaggio va fatto.
Naturalmente sulla carta tutti i passaggi saranno correttamente compiuti (comunicazioni, pos ove obbligatori, ordinanze, occupazioni, ecc. ecc.), ma poi in sostanza ognuno avrà demandato parte del proprio compito ad altri e nessuno avrà correttamente ed in maniera approfondita verificato che effettivamente il sito di montaggio sia nelle condizioni idonee al montaggio stesso (portata del terreno, punti di piazzamento del mezzo di sollevamento, vincoli ambientali, percorsi, ecc. ecc.).
Altre volte invece si prende atto che comunque così si deve fare e di conseguenza ci si “adatta” alle condizioni valutate anche se però non sono idonee.
Ovvero ogni figura preposta ha consapevolmente la certezza che all’interno del “sistema cantiere” qualcuno ci ha pensato, ma invece nessuno l’ha fatto o nessuno ha verificato che i passaggi di ognuno siano coerenti tra loro.
E se vogliamo estendere quanto sopra ad altre situazioni pensiamo
-
- alla realizzazione dei ponteggi (magari realizzati per essere funzionali ad una specifica lavorazione, ma non idonei per altre lavorazioni per i quali sono comunque necessari),
- ai sollevamenti di materiali in cantiere (quante volte gli stabilizzatori dei mezzi di sollevamento, siano esse autogru o betonpompe, non vengono estesi come “da manuale” perché non c’è lo spazio necessario),
- alle misure di coordinamento relative all’uso comune da parte di più imprese e lavoratori autonomi di apprestamenti, attrezzature, infrastrutture, mezzi e servizi di protezione collettiva,
- al servizio di gestione delle emergenze (di tipo comune?),
- alle varie valutazioni e verifiche,
- alle tante situazioni che ogni giorno si verificano nei nostri cantieri.
Ecco, il mio pensiero è questo: ogni figura ha un suo specifico ruolo, purtroppo la consuetudine (per fortuna non sempre è così) è quella di “delegare” i propri compiti ad altri soggetti, nella sicurezza che qualcun altro ci abbia pensato o ci penserà. Ma non sempre qualcun altro ci ha pensato o ci penserà ed intanto le statistiche su infortuni gravi o mortali continuano a evidenziare che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe).
Ed a proposito di infortuni, ringrazio Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro per aver accolto la mia richiesta di un suo intervento su questo tema, articolo al quale rimando.
Buona lettura di questo nuovo numero del Giornale dei Coordinatori.